
Borderlands
Borderlands è un presidio urbano di scambio e di bellezza nato nel 2014, tuttora attivo, nel quale si sono incontrati profughi richiedenti asilo della rete SPRAR, giovani universitari, abitanti del quartiere popolare Vallone di Pavia, ospiti della comunità doppia diagnosi “Crescere Insieme” di Pavia (tossicodipendenti con disagio/fragilità mentale) e cittadini desiderosi di vivere un’esperienza basata sull’inclusione e sulla convivenza democratica.
​Il gruppo “Borderlands” rappresenta un'autentica sfida giocata anzitutto sul terreno della comunicazione fra mondi, solo apparentemente lontani e diversi: gli attori hanno età, esperienze di vita, storie personali e sensibilità profondamente differenti. Almeno ad un primo sguardo. Incontro dopo incontro, tuttavia, queste diversità trovano un respiro condiviso, una coralità istintiva e sincera, riscoprendo, fianco a fianco, persone che portano nel loro cuore domande verso la vita a volte molto difficili da sostenere. Borderlands
ogni anno si contraddistingue per le sue “omogenee differenze” e la sua poeticità: scopo di questo progetto è quello di diffonderne e divulgarne le buone prassi esportando questo modello esperienziale consolidato, in cui si mescolano partecipanti con provenienze, storie, fasce d'età e classi sociali differenti.
Le finalità del laboratorio in questi anni sono state:
- il sostegno e la promozione del benessere di adulti con fragilità nell’ambito di un quartiere a rischio della città di Pavia;
-la creazione di una rete di individui, gruppi e istituzioni capaci di creare ed offrire eventi socio-culturali rivolti al quartiere e alla cittadinanza intera; la prevenzione di fenomeni di devianza e comportamenti a rischio legati alla sofferenza psicologica e all’isolamento sociale. Offrire uno spazio d’incontro e di comunicazione creativa fra persone differenti, utilizzando i molteplici e universali registri espressivi che il linguaggio artistico nel suo genere offre è indubbiamente utile al contrasto delle disuguaglianze e a sostegno di uno sguardo tollerante e accogliente delle fragilità umane.
Raccontare storie, esperienze e opinioni culturali e personali attraverso l'arte, il linguaggio del corpo e della bellezza, attraversare temi di impatto sociale tramite idee creative non stereotipate, oltre a dare maggiore libertà, consapevolezza e dignità alle persone, permette di sostenere il benessere, la cultura, la socialità e la democrazia. Il laboratorio è sostenuto e promosso dalla Cooperativa Sociale L’alternativa.
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Il laboratorio integrato Borderlands ha finora autoprodotto i seguenti spettacoli:
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“Frammenti di identità" (2014). Racconto per immagini, corpi e parole per trovare una propria collocazione nel mondo, partendo dal Teatro come luogo delle relazioni, capace di accogliere identità in trasformazione.
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"Ho sete di cielo" (2015). I grandi disagi dell’esistenza devono ambire al cielo, ai grandi sogni perché le persone possano ritrovare una meta da raggiungere, un luogo, un abbraccio, una terra, un affetto.
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“La prima volta che..." (2016). Performance poetica e scanzonata sulle prime volte della vita come la nascita, la paternità, il primo amore e altre turbolenze che sono state scelte di vita, rinunce, rinascite.
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“Eppur si muove...l'uomo!" (2017). Da sempre l’Uomo è in viaggio e nel mondo contemporaneo le migrazioni stanno tracciando una nuova geografia esistenziale, sempre più giocata attorno ai temi dell’accoglienza e della memoria.
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“Rock the casbah!” (2018). Una performance travolgente come la musica, quella legata ai brani che hanno disegnato la colonna sonora sentimentale dei nostril ricordi di vita più intensi e trasgressivi. Racconti di vita individuale e collettiva, partendo dalla citazione dei Clash per raccontare un laboratorio multiculturale.
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“Borderlands Circus. L'arte di vivere da funamboli” (2019). Un mirabolante e colorato Circo di cialtroni, equilibristi esistenziali, capaci di confondere il dolore per sfuggirlo con una risata, capaci di reggere grandi pesi (ma con l’aiuto di tutti!), con domatori di emozioni e filosofici clown. Lo spettacolo ha partecipato al Festival di Teatro Sociale Mitos di Lucca (Italia)
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“Miserere” (2023). "Pietà fra gli uomini il misero non trova" recitava Leopardi: il nostro Miserere è un'invocazione laica e accorata, un sì alla vita con tutto il suo carico di dolore e imperfezione. Miserere è la richiesta di essere accolti e accettati per ciò che siamo e che spesso la vita ci costringe ad essere, per non tradire noi stessi.
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“Io Manifesto” (2024). Performance di corpo e parola, intrecciati, alternati e compresenti in giochi specchianti, in scritte su materiali trasparenti; poesie ad elenco, poesie materiche, corpi parlanti, fotografie che diventano quadri e dichiarazioni esistenziali per dichiarare eroici fallimenti, fervide ferite e per danzare la vita “strofinando il buio per farne luce”. “Io Manifesto” è andato in replica a Voghera al Teatro Soms di Pontecurone (AL) in occasione della Festa ANPI.
“Abit-ami” (2025). Uno spettacolo potentissimo ed emozionante che attraversa il valore e la ricchezza dei legami che si generano in ogni luogo e che, unicamente, ci aiutano a “fare casa” nel mondo.
